Con la crisi che continua a protrarsi in Italia, con un’economia che stenta a ripartire e molte aziende in crisi, uno dei pochi settori che sembra andare bene è quello dell’imprenditoria femminile. Supportata da una serie di iniziative del governo e della Comunità Europea, mirate ad incentivare l’entrata nel mondo del lavoro delle donne, la nascita e la crescita di queste attività sembra andare a gonfie vele.
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Oggi come oggi è indispensabile che le donne contribuiscano direttamente nel settore economico, sia a causa dell’aumento del costo della vita, sia per l’apporto differente che possono dare a molti settori dell’economia. Tutte le analisi in questo campo rilevano che l’apporto delle donne nelle aziende e nel modo di fare business, è assai differente da quello degli uomini.
Esse riescono a portare un punto di vista differente, lavorano meglio in squadra, sono maggiormente empatiche, ed hanno un modo di affrontare e risolvere i problemi differente e complementare con quello degli uomini. Purtroppo l’Italia si pone ancora molto lontana, dai primi posti dei paesi del Nord Europa, con un’occupazione femminile ancora troppo bassa soprattutto al Sud, e ancora discriminata sul fronte delle retribuzioni medie, a dispetto di qualifiche spesso più alte rispetto al loro inquadramento.
Aziende al femminile: perchè servono finanziamenti agevolati
Ma come sono strutturate le aziende guidate dalle donne in Italia? Nella maggior parte dei casi si tratta di piccole aziende, con una piccola crescita ma un gran turnover. Molto spesso si tratta di alternative ad un mercato del lavoro che penalizza ancora molto le donne, soprattutto al Sud, con posti di lavoro di bassa qualifica o comunque retribuiti meno rispetto ai colleghi maschi.
La maggior parte di queste imprese sono nella fascia da tre a nove persone, concentrate soprattutto in Lombardia, Veneto, Lazio ed Emilia Romagna. Il settore che vede maggiormente le donne a guida di un’impresa, è quello dei servizi, con il 30% di imprese gestite da donne, mentre ancora molto scarsa è la presenza delle donne nel settore manifatturiero, e in quello delle costruzioni.
In molti casi si parla anche delle cosidette “microaziende” dove a lavorare è il solo proprietario o, al massimo, un dipendente. Queste piccole realtà, spesso al femminile, sono un immenso patrimonio per l’economia italiana e, proprio per questo, è di fondamentale importanza che vengano sempre presentate delle misure a supporto che ci permettano di sostenere attivamente il lavoro delle donne e dei giovani.
Il rischio, in caso contrario, è quello di uno spostamento all’estero dei talenti migliori, cosa che sta già avvenedendo da anni e che rischia di diventare una piaga sociale tutt’altro che indifferente.
Finanziamenti imprenditoria femminile
Nel caso di donne che vogliano aprire la propria attività, o di imprese al femminile che necessitino di fondi per ammodernare e per effettuare investimenti nella propria attività, è possibile o richiedere i finanziamenti erogati dalle regioni e messi a disposizione dal governo, o rivolgersi al settore privato.
Nel primo caso, i finanziamenti vengono concessi per l’avvio di nuove attività, per l’acquisizione di attività già avviate o per l’acquisto di servizi reali. È possibile finanziare il 2% dei piani di fattibilità, il 5% della progettazione dei lavori, il 25% delle opere murarie, ed inoltre macchinari, attrezzature, brevetti, software, o l’acquisto di beni.
I finanziamenti disponibili sono di tre tipi, un finanziamento agevolato fino ad un massimo di dieci anni ad un tasso dello 0,5%, un credito d’imposta, o un finanziamento a fondo perduto fino al 50% del totale, ed il resto tramite un prestito a dieci anni con un tasso d’interesse dello 0,5%.
Possono beneficiarne le società cooperative con almeno il 60% di donne, imprese individuali gestite da donne, società di capitali gestite per almeno i 2/3 da donne o imprese e ordini professionali fornitori di corsi di formazione e consulenza, con il 70% delle quote in mano a donne. Le aziende devono essere piccole imprese, con meno di 50 dipendenti ed un fatturato inferiore a 7 milioni di Euro. Nel settore privato invece, ad esempio, è possibile ottenere un finanziamento agevolato tramite Intesa Sanpaolo, per costituire una nuova azienda o iniziare una libera professione, per il suo sviluppo, o per far fronte a problemi economici e di liquidità.
È possibile richiederlo da tutte le piccole e medie imprese al femminile, e dalle lavoratrici autonome, con un importo massimo richiedibile di 750.000€, rimborsabili da un minimo di 2 anni fino ad un massimo di 20 anni. Il tasso può essere scelto tra quello fisso e quello variabile, con delle condizioni agevolate, le rate possono essere annuali, semestrali, trimestrali o mensili, l’estinzione anticipata è concessa senza il pagamento di spese aggiuntive.
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In estrema sintesi pensiamo di aver risposto in maniera chiara al quesito che sempre più spesso sentiamo ripetere sul web: ma i finanziamenti per l’imprenditoria femminile servono davvero? Se vogliamo che il paese guardi al futuro, se vogliamo un’Italia migliore è fondamentale dare supporto ai giovani e alle donne che vogliano avviare un lavoro in proprio.