Qui di seguito trovi un’attenta analisi delle azioni della Banca popolare di Milano. Quello che abbiamo voluto fare è offrire una panoramica completa del titolo, senza limitarci a pubblicare il grafico in tempo reale. Il lavoro del trader, infatti, diventa ogni giorno più complesso. Se vuoi investire in un titolo azionario come quello della Banca Popolare di Milano è fondamentale che tu conosca le attività di base del gruppo per poter fare un’analisi più precisa dell’andamento delle azioni. Con questo non vogliamo dire che l’analisi del grafico in tempo reale non sia necessaria.
Solo incrociando i dati dell’analisi tecnica con quelli macroeconomici, infatti, si potrà fare delle previsioni che si avvicinino quanto più possibile a quello che decide di fare il mercato!
Azioni BPM: analizziamo il contesto economico
Nel mercato azionario, sicuramente il settore che sta destando l’attenzione maggiore del pubblico e degli addetti ai lavori in questo periodo, è quello dei titoli bancari, specialmente quelli legati agli istituti di credito italiani. Sembra proprio che dalla crisi dei mutui americani ad oggi, il sistema finanziario e specialmente le banche, non si sia riuscito a risolvere i problemi fondamentali di un settore strategico per l’intera economia mondiale.
Parlare di banche è parlare di un paese e della sua economia, delle sue prospettive e delle sue possibilità. Un’economia con un sistema bancario in crisi è un’economia ferma, stagnante, in continuo pericolo e difficoltà. Un sistema bancario sano e robusto è una caratteristica principale di un paese, che vuole avere un’economia che va bene e che supporta la crescita di un intero paese.
Purtroppo, oggi i problemi del sistema bancario sono molti, alcuni comuni un po’ a tutti gli istituti, altri specifici a seconda dei vari paesi e delle problematiche interne. Comunque il quadro generale non è molto confortante, e la situazione attuale del mercato finanziario non rispecchia assolutamente le condizioni del sistema bancario, vero punto nevralgico dell’economia mondiale.
Negli ultimi dieci anni si è iniziato a parlare molto dei derivati e di quanto siano diventati pericolosi per il corretto funzionamento dell’economia mondiale. I derivati non rappresentano una minaccia di per sé, ma in quanto oggi il loro valore complessivo è diventato talmente enorme, circa 10 volte il prodotto interno lordo mondiale, che qualsiasi problema legato ai derivati rischi di far collassare l’intero sistema economico. La maggior parte degli istituti di credito e finanziari sono letteralmente pieni di questi strumenti finanziari, di cui spesso è anche difficile calcolarne esattamente l’incidenza, visti i giri che vengono fatti fare ai derivati, continuamente divisi e raggruppati, scomposti e sezionati, in continuazione.
Purtroppo quello dei derivati è un problema che non sembra poter vedere una soluzione tanto presto, visto che l’unica possibilità sarebbe un accordo a livello mondiale sull’utilizzo di questi strumenti e sullo smaltimento dei prodotti derivati deteriorati presenti oggi.
Oltre a questo grande problema di fondo, il settore bancario in Italia soffre di alcuni problemi per così dire nazionali, legati a fattori interni ed esterni. Sicuramente il più grave, e quello che sta pesando maggiormente in questo momento, è quello dei troppi crediti difficili ed inesigibili. Si tratta di un macigno che pesa sui bilanci delle banche italiane da molto tempo, legato ad anni di credito facile ed alla crisi economica.
Qui purtroppo il problema è soprattutto politico, e fintanto che il governo del paese non si risolverà a trovare una soluzione definitiva a questa annosa questione, questa difficoltà continuerà a pesare sul mercato azionario e sui bilanci degli istituti di credito.
Un altro grave problema è quello legato alle politiche monetarie della Banca Centrale Europea, che sta cercando di aiutare i paesi dell’Unione in difficoltà, come appunto l’Italia, mantenendo i tassi di interesse a zero e garantendo sui titoli di Stato. Tutto questo è ottimo per il paese, che sta pagando tassi di interesse bassissimi per finanziarsi, ma per le banche che di titoli di Stato ne detengono una gran quantità è sicuramente un grosso problema, che incide non poco sui bilanci.
La maggior parte degli istituti di credito italiani sta pagando una diminuzione dei rendimenti dei titoli di Stato, che sta mettendo decisamente in crisi le banche, visto che anche l’economia del paese stenta a ripartire in maniera consistente.
La partita sembra essere più politica che economica, con il governo nazionale e quello europeo che potrebbero aiutare non poco il settore bancario, stimolando la crescita economica, ed aiutando le banche a risolvere alcuni problemi di fondo, come appunto quello dei crediti inesigibili. Tra gli istituti di credito italiani in sofferenza troviamo tutti i più grandi gruppi del paese, tra cui anche la Banca Popolare di Milano.
Azioni Banca Popolare di Milano: la storia del gruppo
La Banca Popolare di Milano è uno storico gruppo bancario italiano, legato alla nascita della nazione ed al suo sviluppo in tutti questi anni, iniziato appunto nel 1865 come cooperativa di credito nata per supportare le attività imprenditoriali italiane e soprattutto del territorio lombardo.
Nella prima parte della sua attività, la Banca Popolare di Milano vede una crescita molto rapida, con l’adesione alla cooperativa di moltissimi soci ed uno sviluppo legato soprattutto al grande sviluppo del territorio intorno all’area di Milano. Dopo i duri anni delle due guerre mondiali, il gruppo diventa un attore principale nella ricostruzione post bellica e nel successivo boom economico dell’Italia, sviluppandosi rapidamente su tutto il territorio nazionale.
Gli anni del dopoguerra e quelli successivi sono il periodo delle acquisizioni di BPM, con l’acquisizione della Banca Popolare di Roma nel 1957, con l’entrata come azionista di maggioranza nella Banca Briantea e nella Banca Agricola Milanese nel 1960, con l’acquisizione della Banca Popolare Cooperativa Vogherese nel 1979.
Gli anni ’80 e ’90 sono gli anni della consacrazione di Banca Popolare di Milano a grande gruppo italiano, con le acquisizioni della Banca Agricola Milanese, della Banca Popolare di Bologna e Ferrara, della Banca Popolare di Apricena, di Banca Briantea, di Banca 2000, e con l’entrata come azionista di maggioranza in Banca Akros.
Nel 1999 Banca Popolare di Milano lancia sul mercato Webank, la prima banca online in Italia, ed entra nel mercato del leasing, delle assicurazioni sulla vita e degli immobili, attraverso la creazione di alcune società controllate.
Negli anno duemila, BPM continua con la sua politica di crescita e di diversificazione del proprio business, con l’acquisizione di oltre il 50% della Banca Popolare di Mantova e dell’80% della Cassa di Risparmio di Alessandria, e con importanti accordi di partnership con Fondiaria SAI, Bipiemme immobili e con Crédit Mutuel.
Nel 2010 BPM entra nel settore del trading, attraverso l’acquisizione di Intesa Trade, specializzata nell’intermediazione dei titoli, fa accordi di partnership con il Monte di Paschi di Siena e con Clessidra, e lancia sul mercato Bipiemme assicurazioni e ProFamily, società specializzata nel credito al consumo.
BPM: azionariato, business, governance e numeri
L’azionariato della Banca Popolare di Milano è formato da Athena Capital Sarl con il 5,734%, mentre il resto è sul mercato. Alcune partecipazioni rilevanti sono quelle di BlackRock con il 4,989%, di Norges Bank con il 2,978%, WRM Capital Asset Managment S.A.R.L. che ne detiene il 4.873%, di Wellington Management Group LLP con il 5,032%, di FMR LLC con il 2,997% e di JP Morgan Asset Management Holdings INC con il 4,971%.
La Banca Popolare di Milano è una società cooperativa, formata da oltre 50.000 soci, che possono votare nelle assemblee tramite un singolo voto per persona, senza differenza a seconda della percentuale di azioni possedute. In tutto, il gruppo Banca Popolare di Milano è formato oggi da Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Mantova, Banca Akros e ProFamily.
Il sistema di governance di BPM è di tipo dualistico, ed è formato da tre diversi organi, l’Assemblea dei Soci, che nomina il Consiglio di Sorveglianza, approva il bilancio ed effettua operazioni come le modifiche allo statuto, le fusioni o le scissioni, il Consiglio di Sorveglianza, che oltre ad effettuare operazioni di controllo, nomina il Consiglio di Gestione, ed appunto il Consiglio di Gestione, formato da 5 membri che gestiscono il gruppo, nel perseguimento degli obiettivi preposti.
Il gruppo BPM è una delle più grandi realtà italiane, con oltre 7.500 dipendenti, più di 1 milione e 400 mila clienti, specializzato nel settore retail, nel risparmio gestito e nei servizi di supporto per le piccole e medie imprese. Inoltre, è attiva nel settore corporate, asset management, investment banking, private banking e nel settore assicurativo.
I risultati a Giugno del 2016 vedono per il gruppo un utile netto a quota 109 milioni di Euro, con il risultato netto dell’attività finanziaria a più 86 milioni, e con un meno 2,8% di costi operativi, in linea con le politiche di bilancio.
Quasi tutti i dati sono positivi, con la raccolta diretta a più 5,5%, i crediti deteriorati a meno 1,8%, con una copertura che cresce al 40,5%. Per quanto riguarda i dati patrimoniali, la raccolta a segnato un più 6,7% sull’anno precedente a quota 26,1 miliardi, il risparmio gestito segna un più 1,7% a quota 21,3 miliardi, con impieghi alla clientela a quota 34,5 miliardi, più 1% rispetto allo scorso anno.
Titolo Banca Popolare di Milano
La Banca Popolare di Milano è quotata alla Borsa di Milano, nel Super Sector delle Banche, nel Mercato Telematico Azionario, con un capitale sociale di 3.365.439.319€ ed una capitalizzazione di 1.677.222.488€. i dati finanziari riguardano il primo trimestre del 2016, con un margine di intermediazione a 376,29 milioni di Euro a meno 6,66% rispetto al 2015, un risultato netto della gestione assicurativa e finanziaria a 305,15 milioni a meno 7,11% sul 2015, ed un utile a quota 48,31 milioni di Euro a meno 28,54% sul 2015.
L’attivo totale fa segnare un più 4,53% rispetto allo scorso anno a quota 51.541,43 milioni di Euro, mentre il patrimonio netto cala dello 0,14% rispetto allo stesso periodo del 2015, fermo a quota 4.674,51 milioni di Euro. L’ultimo dividendo staccato è stato il 23 maggio del 2015, di 0,027€ per azione. Oggi il titolo di Banca Popolare di Milano viene scambiato a 0,3775, segnando un meno 0,13% rispetto alla giornata di ieri, con un volume di contratti inferiore sia alla giornata precedente che alla media settimanale, segno di un progressivo disinteresse degli operatori in questo momento.
Potrebbe essere possibile l’inizio di una fase caratterizzata da una volatilità piuttosto ridotta, con tendenza prevalentemente al ribasso, anche se il trend sembra piuttosto instabile ed incerto, con la possibilità che si intreccino fasi di ribassi con leggeri rialzi periodici. Per il momento le resistenze sono a 0,3861 ed a 0,4163, con un supporto a quota 0,3676 ed a 0,3285, con un indice di volatilità dato a 63. Le performance registrate nell’ultimo anno sono in linea con quelle di tutto il comparto bancario italiano, con un meno 7,38% rispetto ad un mese fa, un meno 38,42% rispetto a sei mesi fa ed un meno 60,24% rispetto ad un anno fa.
Rispetto ad alcuni gruppi bancari italiani, la Banca Popolare di Milano a seguito un andamento leggermente diverso, con il valore del titolo che ha oscillato tra 0,23 e 0,45 tra il 2011 e l0inizio del 2014, per poi vedere una netta ripresa sia durante il proseguo del 2014, che soprattutto durante il 2015. Durante quest’anno, il titolo Banca Popolare di Milano era riuscito a sfondare la soglia di 1€ a Luglio del 2015, per poi iniziare una lenta discesa a partire dal Gennaio di quest’anno, fino ad arrivare ai valori attuali.
Azioni Banco popolare di Milano: analisi e previsioni
Il futuro prossimo di Banca Popolare di Milano sarà caratterizzato sicuramente dall’operazione di fusione con il Banco Popolare, che potrebbe far schizzare il titolo al rialzo. Secondo le ultime indiscrezioni, la Banca Centrale Europea starebbe per accordare il suo parere positivo all’operazione, rilanciando la palla alle assemblee dei soci votanti, che si terranno intorno ad ottobre di quest’anno.
Tutti i presupposti fanno presagire l’esito positivo di quest’operazione, che confermerebbero la posizione di grande gruppo di Banca Popolare di Milano, sempre lanciata verso il futuro e la crescita. In quest’ottica, è possibile sicuramente effettuare dei buoni investimenti, sia con operazioni legate alla Banca Popolare di Milano, sia al Banco Popolare. Basti pensare che i target per questi due istituti di credito sono visti a quote molto più alte dei livelli attuali, all’incirca il 20-30% in più.
Con i prezzi bassissimi ed i ribassi degli ultimi periodi, i due titoli offrono grandi margini di manovra, soprattutto pensando a questa operazione che ormai viene data per certa un po’ da tutti gli operatori del settore, e che potrebbe portare un cambio con le azioni di BPM di circa 12 a 1 rispetto alle azioni del nuovo gruppo. Sul piano della governance, si dovrebbe andare verso una condizione paritaria tra le due realtà, e ci sarà grande attenzione sul nuovo piano di sviluppo e sui target futuri. Infatti in questi ultimi periodi entrambi i titoli hanno perso tantissimo, in linea con l’intero settore bancario italiano, e sicuramente questa fusione crea tantissime aspettative intorno alle due realtà.
Questo nuovo gruppo italiano, potrebbe essere il primo ad uscire dalla crisi di questo settore, dando il via forse ad una ripresa ormai da tanto tempo auspicata, e che potrebbe aiutare l’intero paese a rimettersi in moto. È necessario che il sistema bancario torni ad essere quello di una volta, perno centrale e spina dorsale dell’economia del paese.