A fine 2015 la direttiva europea BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), si tratta di una direttiva tutta nuova che regolamenta tutte le crisi bancarie e quindi anche il bail-in. Questa direttiva nacque nel 2013, nei giorni della grave crisi bancaria di Cipro.
Questa direttiva porta delle regole comuni per permettere ai paesi dell’Europa di avere delle regole in comune per gestire e anche prevenire le crisi delle banche.
Viene anche introdotto il bail in, una sorta di salvataggio interno della banca, dove vengono svalutati azioni e obbligazioni convertendo tutto in azioni per assorbire le perdite e portare denaro nella banca in difficoltà.
Come funziona la BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive)
La BRRD è una direttiva che fornisce delle modalità per agire alle autorità di risoluzione, fornendo strumenti e poteri per:
1) Gestire al meglio la crisi, pianificando la gestione;
2) Intervenire a tempo debito, ancor prima della crisi vera e propria;
3) Gestire nel migliore dei modi la fase di “risoluzione”.
Per autorità di risoluzione in Italia, la Banca d’Italia rappresenta l’ente preposto a questo compito.
Già durante il normale svolgimento delle operazioni quotidiane della banca, sarà possibile preparare le strategie e le azioni da intraprendere in caso di crisi.
La BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive) può inoltre mettere al servizio delle autorità di supervisione i vari strumenti di “early intervention” che comprendono le varie misure di controllo e vengono messe in campo a seconda della tipologia di banca e dei problemi riscontrati con essa.
Risolvere le crisi bancarie
Attraverso la risoluzione di una banca, si cerca di ovviare al problema del dissesto, quando le alternative come la ricapitalizzazione della banca oppure la liquidazione non riescono a risolvere il problema fornendo stabilità.
Portare quindi una banca alla risoluzione, significa optare per l’unica alternativa valida alla liquidazione disciplinata del testo unico bancario, avviando quindi un processo di ristrutturazione da parte di autorità indipendenti.
Queste figure, grazie alla direttiva BRRD optano per evitare dei blocchi nell’erogazione dei servizio basilari che vengono forniti dalla banca (come i pagamenti oppure i versamenti) ripristinando dunque la parte “buona” della banca liquidando la parte “cattiva”.
Gli strumenti per la risoluzione bancaria
In caso di dissesto bancario che non è possibile sanare in periodi brevi e che può mettere in crisi tutto il sistema bancario, la Banca d’Italia potrà dunque ovviare al problema utilizzando alcuni strumenti per la risoluzione bancaria. Ecco i vari metodi:
- Trasferire in modalità temporanea tutte le attività e passività verso una bridge bank;
- Trasferire tutte le attività deteriorate ad una bad bank
- Applicare Bail In
- Vendere una parte dell’attivo
Bail In: cos’è e come funziona
Con il termine “Bail In” si intende un “salvataggio interno” si intende quindi la svalutazione di tutti i crediti ed azioni, che vengono poi dunque convertite in azioni in modo da assorbire le varie perdite ricapitalizzando la banca che si trova in difficoltà, oppure direttamente creando una nuova banca che porti avanti le funzionalità essenziali.
Dal Bail-In vengono escluse alcune categorie, tra cui:
- I correntisti che hanno dei depositi con un importo massimo fino a 100 mila, che sono tutti protetti dal sistema di garanzia dei depositi.
- I Covered Bonds sono completamente garantiti, insieme ad altri strumenti;
- Vengono garantiti anche le passività che derivano dalla detenzione dei beni alla clientela, come le casette di sicurezza;
- Vengono inoltre garantite tutte le passività interbancarie con una durata inferiore alla settimana;
Tutte le regole del Bail In sono attive in italia dal primo gennaio 2016. Anche se la conversione e svalutazione delle azioni e dei crediti subordinati è già attiva da fine 2015.
Bail In e Crisi Bancarie: quali sono i rischi per i risparmiatori?
Quali sono quindi i rischi a fronte di questi Bail In e salvataggi di banche, sempre più frequenti?
Il Bail In prevede che prima di tutto chi investe negli strumenti finanziari più rischiosi (in cima alla lista ci sono le obbligazioni subordinate) sosterrà per primo le possibili perdite e successivamente la conversione in azioni. Una volta che le risorse della categoria saranno finite, ci sarà il passaggio alla categoria successiva. Ecco come funziona la gerarchia del bail-in.
Con il Bail In quindi non è più necessario l’intervento dello stato, ma viene utilizzato una sorta di salvataggio interno, dove i fondi necessari vengono “prelevati” direttamente a carico di questi soggetti:
1. Azionisti
2. Obbligazionisti
3. Correntisti
4. Fondo di garanzia delle banche
Mentre in passato il sistema bancario sano si salvava da solo, adesso è necessario ricorrere a questi complicati mezzi per salvare una banca vittima di sé stessa. C’è anche tuttavia l’alternativa: l’aiuto dello Stato tramite una capitalizzazione pubblica, che è comunque immorale se gli autori del dissesto non vengono prima puniti.